PERSONE E LAVORO OGGI. COME ATTRARRE E MANTENERE IL PERSONALE IN AZIENDA 

Persone e lavoro oggi

Tabella dei Contenuti

La ricerca e il mantenimento del personale rappresentano oggi un tema di particolare interesse per molti settori lavorativi. Le difficoltà che ne emergono ci stanno portando ad un concreto bisogno di strategie nuove.

Immaginiamo che creare una strategia sia come fare un viaggio. Come ogni viaggio che si rispetti abbiamo delle tappe da fare e una meta da raggiungere. In questo caso la meta è trovare delle soluzioni in grado di attrarre persone nelle nostre aziende e far venire loro la voglia di restarci. Come fare?

Sono quattro le tappe che dobbiamo necessariamente attraversare:

1 Ci serve innanzitutto un cambio di mindset;

2 Ci serve sapere come stanno le persone e il lavoro oggi;

3 Serve creare degli obiettivi specifici di crescita e miglioramento; 

4 Servono azioni pratiche e concrete con cui raggiungere quegli obiettivi.

Persone e lavoro oggi. Ci serve un cambio di mindset

Il mindset è la forma mentis che sta alla base di tutte le nostre azioni, scelte e decisioni.

Ci sono aziende e organizzazioni dal mindset statico e le si riconosce dai loro modelli organizzativi molto tradizionali e che si esprimono solitamente con frasi del tipo “Abbiamo sempre fatto così”. E poi ci sono aziende dal mindset dinamico, predisposte al cambiamento, alla crescita, ad abbracciare nuove sfide e opportunità.

Questo è esattamente il punto di partenza su cui dobbiamo riflettere quando cerchiamo di impostare delle strategie per la ricerca, il mantenimento e la crescita del personale, oltre ovviamente al successo dei nostri business.

Chi siamo quando cerchiamo le persone? Come le cerchiamo? Dove? Come ci presentiamo?

Il problema non è la sola carenza del personale, ma la mancanza di strategie funzionali in grado di avvicinarlo.

Non dobbiamo più cercare dipendenti, capitale umano, risorse umane (le chiamiamo ancora così le persone a lavoro), ma dobbiamo cercare persone, professionisti, tecnici, colleghi, colleghe, presentandoci a loro con modelli organizzativi adeguati, attuali, che considerino il benessere, la crescita e la cura delle persone come una necessità e non come un lusso o un benefit.

Questo vuol dire avere una forma mentis adeguata ai bisogni di oggi e la buona notizia è che questa si può sviluppare perché le soluzioni ci sono e a breve ne parleremo.

Questo cambio di mindset è fondamentale perché stiamo vivendo un momento rivoluzionario nel mondo del lavoro: sono cambiate le dinamiche con cui le persone cercano lavoro e sono cambiate le motivazioni per cui ci teniamo stretto un posto di lavoro e stiamo incontrando una nuova generazione che ha richieste e bisogni nuovi rispetto a quelli che avevano le generazioni precedenti.

Persone e lavoro oggi. Cosa stiamo vivendo?

Per creare nuove strategie per attrarre e mantenere le persone in azienda, è necessario guardare con attenzione alla situazione attuale; a come stanno le persone in relazione al lavoro oggi.

È finita la logica delle lunghe file ai colloqui di lavoro appena si aprono delle posizioni che offrono un contratto. E per molti è finita anche la logica del vedere il lavoro esclusivamente come uno stipendio a fine mese. Le persone, soprattutto quelle con un alto livello di competenze e specializzazione, quando non si sentono valorizzate e stimolate, vanno via.

Se cerchiamo di trattenerle e valorizzarle con l’aumento degli stipendi, attenzione! Perché questa potrebbe essere, non solo una soluzione temporanea, ma potrebbe anche essere la stessa soluzione che altre realtà possono permettersi di offrire, portandovi via competenze importanti per la vostra attività.

Ricordiamoci che oggi il criterio di selezione tra aziende e lavoratori è reciproco. A selezionare sono le aziende, ma anche i candidati.

Nello specifico stiamo vivendo dei fenomeni importanti.

Da dopo la pandemia, le persone sono più propense a dare priorità alla salute e al benessere. Una recente ricerca del 2023 ci dice che molti lavoratori pensano di lasciare il proprio posto di lavoro entro un anno. Senza contare dati che abbiamo già visto nel corso del 2022 in termini di dimissioni e turnover.

Oltre al tema delle grandi dimissioni, aumenta il numero delle “dimissioni silenziose” cioè persone che restano, ma facendo il minimo indispensabile. Sta venendo meno quella predisposizione incondizionata a dedicarsi totalmente al proprio lavoro, mettendo al centro il proprio benessere psico fisico e le nostre relazioni, dentro e fuori dagli ambienti di lavoro.

Anche il fenomeno del riconoscimento del malessere legato al proprio posto di lavoro sta cambiando prospettiva. Dopo anni in cui farsi vedere impegnati, stressati e freneticamente affaccendati faceva di noi delle persone di rilievo agli occhi degli altri e della nostra autostima, ora non è più proprio così. Oggi si desidera una vita più equilibrata e armoniosa.

PERCHÉ LE PERSONE VANNO VIA?

  • Per una ricerca di una migliore qualità di vita e armonia vita lavoro
  • Mancanza di prospettive di carriera e piani di sviluppo delle competenze soprattutto per le figure più specializzate. Lo stipendio non è più una leva sufficiente per queste persone che si dimettono anche senza avere un altro lavoro pronto.
  • Per carichi di lavoro insostenibili del proprio benessere.
  • Team con risorse insufficienti.
  • Lavoro in emergenza che diventa sinonimo di mancanza di organizzazione.
  • Mancanza di coinvolgimento negli obiettivi aziendali.

COSA CERCANO LE PERSONE DAL LAVORO?

  • Sicuramente migliori trattamenti economici, ma anche
  • Spazio e qualità per la propria vita privata
  • Benessere mentale
  • Partecipazione attiva agli obiettivi (le persone non vogliono più sentirsi degli “ingranaggi” di un processo, ma parte attiva degli obiettivi stessi).
  • Riconoscimento del proprio ruolo
  • Crescita delle competenze.

Focus giovani

Vale la pena avere un focus di attenzione sui più giovani, giovani adulti e generazione Z in particolare.

I nostri giovani adulti (persone tra i 20 e i 30 anni) sono anche chiamati la “Therapy Generation” cioè quella generazione in grado di mostrare le proprie fragilità (che, attenzione, non sono debolezze) e vulnerabilità e pronta a cambiare per trovare le proprie migliori condizioni.

Probabilmente le generazioni precedenti erano abituate a resistere, a sopportare certe condizioni e a non mostrarsi mai fragili sul luogo di lavoro.

L’insoddisfazione delle nuove generazioni è un tema che ci riguarda tutti, a livello sociale, come genitori (per chi lo è) e come imprenditori, imprenditrici se pensiamo che entro il 2025, la generazione Z cioè i nativi digitali nati tra il 1997 e il 2012 costituiranno il 27% delle nostre persone a lavoro.

Attrarre persone oggi significa quindi conoscere, ascoltare e accogliere i loro bisogni. Le nuove generazioni vogliono crescere professionalmente, ma senza mettere in secondo piano il loro benessere, la loro salute e il tempo oltre il lavoro.

Quindi la capacità di attrarre candidati si gioca in termini di qualità vita lavoro, crescita e apprendimento che le imprese sono in gradi di offrire.

Da luoghi di lavoro a luoghi di senso

Conoscere la situazione che stiamo vivendo è fondamentale perché ci aiuta ad andare verso possibili soluzioni. Impostare nuove strategie per fare impresa con le persone oggi, è una grande responsabilità e allo stesso tempo una grande opportunità.

La responsabilità è quella del cambiamento: essere abili nel rispondere a ciò che il mondo del lavoro e delle persone ci sta chiedendo.

L’opportunità sta nel ripensare i nostri luoghi di lavoro come dei luoghi di senso e di significato capaci di accogliere i nuovi bisogni come priorità.

Dobbiamo dare alle persone dei “perché” forti e significativi che non si limitino a “vieni a lavorare da me perché ti offro un contratto” o “perché ti pago più degli altri”. Ogni azienda deve creare una proposta di valori che trasformi le posizioni aperte in occasioni, esperienze di vita lavoro sane e imperdibili.

Per fare tutto questo servono azioni pratiche e concrete. Dobbiamo diventare “agenti di cambiamento” e promuovere, introdurre nelle nostre aziende dei Piani di Benessere Organizzativo.

Il benessere organizzativo come strategia di crescita e cura delle persone

Il benessere organizzativo è tutto ciò che un’organizzazione mette in atto per mantenere sano il suo stato di salute che comprende lo stato di salute delle persone: il loro benessere fisico, mentale e sociale a tutti i ruoli e livelli.

Non esiste una ricetta perfetta sul benessere organizzativo. Sono percorsi che si costruiscono su misura. Sono tante le risorse su cui possiamo creare dei piani di benessere organizzativo, ma oggi, dati i bisogni specifici, dobbiamo concentrarci su tre principali obiettivi:

1 Contribuire ad arricchire le competenze delle persone e a valorizzarle affinché si sentano così brave e apprezzate in quello che fanno da non volerlo lasciare.

Qui c’è un importante punto da sottolineare: non possiamo più pensare che le persone lavorino bene solo quando sono appassionate verso ciò che fanno. Servono motivazione e competenze solide perché non tutti i lavori nascono da una grande passione. Sono le competenze a battere la passione dieci a zero ed è per questo che dobbiamo formare le persone, per permettere loro di imparare il loro mestiere e imparare a svolgerlo in modo sano e sostenibile del loro benessere.

2 Far star bene le persone dal punto di vista della salute, della sicurezza e del benessere fisico e mentale.

3 Far diventare i nostri luoghi di lavoro degli ambienti educativi in cui promuovere, divulgare e insegnare l’armonia vita lavoro.

Come fare ad agire e a rendere concreto tutto questo nelle nostre realtà organizzative?

Azioni. Cosa possiamo fare?

Servono azioni che facciano bene a tutti: persone e aziende.

Servono azioni che facciano lavorare meglio le persone, che migliorino la produttività e anche l’immagine e la reputazione aziendale.

Tutto questo aiuterà ad attrarre e a mantenere le persone a lavoro.

Gli strumenti che propongo sono molto pratici e ne parlo perché so che funzionano portando miglioramenti concreti nel breve e lungo termine.

Sono la formazione, il coaching e le esperienze/gli eventi in cui parlare di benessere e wellbeing nei posti di lavoro.

Sono 3 modi di dire alle persone “vieni a lavorare da noi perché qui abbiamo cura di te e della tua crescita”.

Formazione

E tra i principali strumenti per il benessere organizzativo. La formazione ha il grande potere di trasformare luoghi e persone. Nella pratica consiste nel creare dei percorsi formativi che insegnino alle persone come lavorare e vivere meglio, trattando, ad esempio, temi come:

  • La gestione del tempo tra vita lavorativa e vita non lavorativa
  • Il benessere comunicativo
  • Il lavoro in team
  • La gestione dei cambiamenti
  • La gestione dello stress e dei conflitti
  • Sviluppare la capacità di problem solving
  • Sviluppare la capacità di concentrazione e focus
  • Sviluppare la creazione di un mindset dinamico predisposto ai miglioramenti
  • La gestione degli stati emotivi

Senza dimenticare l’importanza del benessere fisico trattando temi come

  • l’alimentazione consapevole
  • il movimento
  • il sano riposo

In buona sostanza non possiamo immaginare di attirare e mantenere persone produttive e in forma se non ci occupiamo dell’intera loro armonia vita lavoro. La formazione può passare dei concetti importanti da praticare nella vita di tutti i giorni, dentro e fuori dal lavoro.

Potremmo pensare proprio dei percorsi di crescita personale e di armonia a vita lavoro nei piani formativi da presentare annualmente alle persone.

Ogni persona all’assunzione o in fase di colloquio dovrebbe avere chiaro il percorso formativo e di crescita che l’aspetta.

Stessa cosa per i lavoratori già in essere: presentare loro, ogni anno, il programma formativo specificando che cosa ci si aspetta di migliorare insieme, attraverso questi investimenti, a quali miglioramenti l’azienda sta puntando anche attraverso la crescita delle competenze tecniche e non tecniche delle persone.

Attraverso la formazione, possiamo coinvolgere le persone negli obiettivi aziendali sviluppando un processo di crescita participata. Le persone, i neoassunti, i candidati e le candidate possono così vedere nei loro luoghi di lavoro qualcosa a cui appartenere: aziende che crescono anche grazie al loro impegno ad imparare.

Coaching

Il coaching, in aggiunta o a supporto della formazione, ci può aiutare a far emergere il potenziale delle persone. Pensiamo ad esempio alla leadership e a come sviluppare una leadership generativa di una produttività sana. Il coaching, attraverso incontri one to one, con manager, dirigenti, e le figure più decisionali delle aziende, può essere un ottimo supporto alla crescita professionale e personale di queste persone.

Attraverso le attività di coaching le persone sono in grado di superare preconcetti, convinzioni limitanti ed esprimere tutto il loro potenziale condividendolo e sviluppandolo anche nei team di lavoro.

“Sportelli” di coaching possono anche essere di supporto a quella richiesta di benessere mentale molto sentita soprattutto dalle nuove generazioni.

Formazione e coaching sono due strumenti molto potenti per attrarre persone e continuare a farle crescere e quindi restare.

Eventi ed esperienze di Wellbeing

Ci servono a potenziare i risultati derivanti dalla formazione e dal coaching. Pensiamo ad esempio alle attività di team building svolte dentro e fuori dai locali aziendali in cui condividere e fortificare tutta la sfera relazionale tra le persone e tra le persone e l’azienda.

Inoltre, possiamo pensare ad eventi aziendali aperti ai nostri territori, alla società. Dobbiamo andare nelle università, negli istituti tecnici, invitare le persone da noi a raccontare i nostri piani di benessere organizzativo, le nostre occasioni di crescita, il modo sano in cui facciamo impresa.

Conclusioni

Abbiamo l’opportunità di trasformare i nostri luoghi di lavoro in luoghi di gran significato. Abbiamo l’onere e l’onore di rendere i nostri ambienti di lavoro degli spazi educativi del lavorare e vivere sano, dell’aver cura della nostra vita in cui c’è anche il nostro lavoro.

Articolo scritto da Debora De Nuzzo e tratto dal suo intervento al 31 Congresso Nazionale Assodimi 2023.

Fonti di raccolta dati: Osservatorio Hr Politecnico di Milano, Sole 24ore, Aidp, Gallup.

Debora De Nuzzo (Consulente benessere, Formatrice, Mindset Coach. Founder DDNstudio)

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